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DOMENICHE ECOLOGICHE E CENTRALI ELETTRICHE VICINO AL CENTRO DI PARMA

E' ufficiale: le domeniche ecologiche tanto decantate dall'assessore Vignali e lo stop imposto alla circolazione a targhe alterne non sono servite a niente. Non servono per migliorare la qualita' dell'aria che respiriamo. Non servono per liberarci dalle famigerate polveri sottili che penetrano nei polmoni e provocano malattie respiratorie ed addirittura tumori. Le domeniche ecologiche a targhe alterne sono servite e servono solo per rimpinguare un po' le casse del comune dissanguate dalla "città cantiere" e da sperperi di denaro pubblico di ogni genere, a cominciare dalle consulenze d'oro, magari ad amici o parenti.
E' lo stesso ministro dell'ambiente Altero Matteoli a togliere ogni dubbio su questa "italica messinscena" dichiarando che non ha senso promettere soluzioni lampo con provvedimenti tampone:"... le domeniche a piedi sono belle feste di paese, ma per l'inquinamento non servono a nulla. Per questo ho tolto i finanziamenti ai comuni…"
Ragionevole ora, ammettere che le domeniche a piedi sono solo un iniziativa ricreativa del tutto estranea a risolvere problemi ecologici 
Purtoppo l'immagine di ecologia che i massmedia hanno costruito su queste restrizioni di libertà dei cittadini e i nuovi finanziamenti che ora vengono dalla regione permettono tutt'ora alla giunta comunale e in prima persona nell'assessore Vignali di farsi belli su queste iniziative.. ora anche il giovedì.. PAZZESCO
Il sindaco Ubaldi e l'assessore all'ambiente Vignali hanno talmente a cuore la salute dei cittadini che hanno concepito, tramite l'azienda municipalizzata ai pubblici servizi, l'idea folle di costruire una enorme centrale elettrica prima a Pedrignano, vicino allo stabilimento della Barilla e poi ad Ugozzolo cioè, in entrambi i casi, ad un tiro di schioppo dal centro di Parma... Non è certamente una politica in favore della salute: FERMIAMOLI!!!

roberto pesci

 

Alta velocità o barriera architettonica?


Siamo tutti contenti che finalmente grandi opere publiche stanno diventando realtà come la ferrovia ad alta velocità. I lavori sono già iniziati e procedono con una incredibile velocità, che possiamo costatare percorrendo l'autostrada sia verso milano, sia verso bologna. La posizione del binario vicino e parallelo all'autostrada sembrerebbe rendere l'opera meno dannosa per gli abitanti e non costituire problema di coesistenza , gli espropri dei terreni e degli immobili, necessari per la costruzione, sono stati ben pagati ai proprietari. 
Già l'autostrada rappresenta un problema di inquinamento ambientale atmosferico e acustico per le zone interessate e la costruzione della ferrovia ad alta velocità non aiuta certo a migliorare la situazione ma l'esigenza di rendere i trasporti nazionali al passo coi tempi e con il resto del mondo ci rende, purtroppo, tolleranti e rassegnati nell'esecuzione di questi progetti non proprio naturalisti
Ci sono comunque aspetti collaterali che mi rendono perplesso e forse non di dominio pubblico per l'effettivo interesse solo locale del problema.
Vorrei far notare la demolizione di sovrapassi sull'autostrada, non per adeguarli alla nuova ferrovia ma completamente cancellati dalla nuova viabilità, senza tenere conto che l'esistenza di queste vie di comunicazione secondarie sono un importante alternativa alle strade importanti e troppo trafficate
L'alta velocità non deve peggiorare le vie di comunicazione locali già provate dall'esistenza dell'autostrada, sicuramente nella zona della provincia di parma molti agricoltori che tempo fa si sono visti dividere i terreni dall'autostrada ora con l'abbattimento dei sovrapassi saranno costretti a immettersi con mezzi agricoli lenti e ingombranti in strade statali sempre più affolate!
La disinformazione generale su i problemi che insorgeranno dopo la costruzione della ferrovia, fa si che i lavori procedano senza soste ed intoppi, ma... è giusto?

roberto pesci

 

La natura cambia il suo volto nel tempo, ma l'uomo ha una rilevanza troppo importante nella sua evoluzione.


Vivo da 35 anni nella bassa parmense, dove d'estate si suda e d'inverno la nebbia nasconde tutto, nel comune di Torrile sempre a contatto con la natura esercitando anche la professione d'agricoltore per un lungo periodo. Mio padre, finita la guerra segui' la famiglia patriarcale di mio nonno dalle colline impervie sopra Noceto in un podere di 40 "biolche" situato ad un km da Vicomero. Trovarono un paesaggio ricco d'alberi, ogni stradello sterrato aveva il suo filare di gelsi.. i canali limpidi di risorgive erano attorniati da pioppi e querce secolari. Poco lontano, verso Roncocampocanneto, esistevano ancora le ultime risaie. L'ecosistema era integro ma una politica agricola e industriale senza regole ha modificato il paesaggio, la natura e i suoi abitanti. Lo ha trasformato in maniera tale che una zona protetta si deve chiamare OASI, fuori da essa c'è proprio il deserto! Mi sto riferendo all'OASI LIPU di Torrile che, secondo il mio modesto parere, è una presa in giro. Nata per gentile concessione di una mega industria come lo zuccherificio ERIDANIA sorto negli anni 70 che ha un impatto ambientale tremendo. Non ci si può accontentare di un oasi sorta su di un terreno riciclato da un'industria che lo ha prima sfruttato per depositare materiale di scarto e poi inutilizzabile per coltivazioni, regalato in un gesto che sembra più per rendere marginali veri seri problemi ecologici causati da essa. Forse non tutti sanno che questa industria è riuscita per i suoi consumi di acqua nelle lavorazioni della bietola ad abbassare di un paio di metri il livello della falda acquifera.. le fontane hanno smesso di zampillare, le risorgive hanno dimezzato la portata dei canali, ma nell'oasi c'è l'ecosistema palustre... Fuori dall'oasi e collegata direttamente all'Eridania esiste un'agricoltura intensiva sfrenata che si affida a un uso sicuramente nocivo di diserbanti e di tutto cio' che non è naturale. Lumache e rane sono diventate un piatto raro e forse un po' pericoloso, non mi fido molto del tempo di carenza... Gli alberi sono stati quasi tutti sacrificati per rendere piatto il territorio. Una volta dagli alberi si ottenevano, con il taglio annuale dei rami più grandi, i pali di sostegno dei filari di vite, una coltivazione scomparsa e ora sono visti solamente come barriera architettonica in un' agricoltura meccanizzata. Pero' da quando c'e' l'oasi ci sono dei nuovi abitanti. Un esempio ironico è il povero airone che mio padre fino alla fine degli anni 80 non aveva mai visto, mi hanno anche affermato che è un uccello migratore e in una societa' sempre piu' multirazziale chiamiamo pure campo uccelli-nomadi l'oasi.. ma quando lo vedo, in mezzo alla neve, in gennaio, fermo in equilibrio su una zampa, mi mette una tristezza!.... Ma c'è di meglio: la nutria. Può piacere come non piacere fisicamente ma è indubbiamente una potenza.. lei mangia, si riproduce e scava! La responsabilita' della presenza nel territorio è ancora affidata a "voce che gira" ma i problemi che quest'animale provoca durante le piene sono un dato di fatto, riesce infatti a bucare un argine da parte a parte. Una soluzione me l'aveva data il cav. Gianni Giuffredi (famoso poeta-animalista): importare il caimano americano che sicuramente vive nello stesso abitat, non scava e va ghiotto di nutrie.. ma dubito che non insorgano altri problemi..
Nell'acqua, invece, c'è il pesce siluro che non ha paura dell'inquinamento e finito il pesce da mangiare, mangia anche le anatre.. e non so chi ha reso divieto di pesca, perché zona di ripopolamento pesce, il canale Galasso. Dubito che i pesci facciano l'amore in un acqua marrone e puzzolente! Ci sono tante altre cose da far notare.. la convivenza con una fabbrica così è molto problematica e un oasi lipu nelle vicinanze non deve rendere marginale un paesaggio e un ecosistema molto provati dalle esigenze di produzione di guadagni da parte dell'uomo
Basta con le oasi in simbiosi con l'inquinamento ma salvaguardiamo l'intera natura, seriamente! Siamo stati forniti di una terra fertile e rigogliosa non ha bisogno della chimica per produrre (bioagricoltura), piantiamo alberi (i polmoni della terra), depuriamo le acque e forse un domani l'airone sarà qui per sua scelta.

roberto pesci

 

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